Il vicino è Ozren Kovač. Abita al secondo piano e la mattina, uscendo da casa, incrocia Katarina Bauković che abita due piani più su.
La donna del quarto piano, diretta al lavoro, esce in anticipo col proposito di incontrarlo e intorno al loro breve incontro quotidiano sviluppa una pericolosa ossessione.
Il rapporto tra Katarina e Ozren si esaurisce nei “Buongiorno” che si rivolgono percorrendo le scale nel palazzo in cui abitano, ma Katarina proietta sul vicino le abitudini, il carattere, le inclinazioni che sogna di scoprire in un uomo dentro una relazione sentimentale. Si piega alle ipotesi, prova a modellarsi per piacere a un individuo di cui in realtà ignora ogni gusto. L’ossessione la spinge a omaggiarlo, senza mai rivelarsi, di piccole, rilevanti attenzioni. Poi, realizzando che mancano del tutto le condizioni per una relazione concreta, comincia a odiarlo. Le dolci attenzioni vengono sostituite da azioni minacciose, sul precario confine di quanto verrebbe perseguito per legge.
Siamo in Croazia, l’autrice Marina Vujčić tocca le criticità che avversano lo specchio occupazione/costo della vita. La sopravvivenza è fatta di espedienti. La vaga ipotesi di nazionalismi è plausibile dove alle persone è garantito a stento il minimo per la sussistenza e dove la politica ha lasciato macerie. Ma fuori dal lieve tratteggio non si può dire che Il vicino sia un romanzo politico. È piuttosto un viaggio nella mente umana, ci porta al principio, a intercettare nel vissuto i fatti che condizionano la vita intera, deviando le persone, asportando la lucidità. Katarina Bauković è una donna sola, la solitudine la logora e la abbrutisce. È una maniaca perché le sono mancati gli strumenti per comprendere e affrontare i traumi accumulati. Sua madre l’ha sminuita privilegiando la sorella. La sorella ha approfittato delle circostanze favorevoli. L’ex fidanzato l’ha ingannata, prendendole soldi mai restituiti, arginando l’ipotesi di una maternità. Madre, sorella ed ex fidanzato fomentano inconsapevoli dall’arena dei rancori. I rapporti irrisolti, i bisogni frustrati, l’incapacità di confrontarsi la limitano a lungo. Katarina non si piace, si considera sovrappeso ma dimagrire è un proposito morto. Vorrebbe trasferirsi ma continua a pagare l’affitto eccessivo. Insegue rabbiose vendette, sfugge al confronto. Curarsi sarebbe un duro programma quindi, invece di lavorare su se stessa, rinvia, in attesa che dall’esterno il caso la salvi. L’evento che potrebbe restituire speranza e umanità a una persona convertita in mostro è prossimo per chiunque, purché lo si veda.
Marina Vujčić tratta con leggerezza una condizione penosa e angosciante, strappando qualche sorriso. La scrittura è limpida ed emozionante, la trama fila spedita, il finale è adeguato.
Il vicino è pubblicato in Italia da Bottega Errante Edizioni, traduzione di Estera Miočić.