La pugile Imane Khelif ha offerto, involontariamente, un utile contributo a misurare il grado di dignità su cui è attestata l’Italia sportiva.
È bastato che soffiasse per spingere alla resa Angela Carini, italiana avversaria olimpica, laddove (sul ring) altre pugili hanno sconfitto l’algerina senza sceneggiare testi adattabili alla prossima fiction sovranista. Noia, patria e fakenews, argomenti buoni per arringare la nota stirpe di cervelli mancanti.
Quel che avviene intorno alle competizioni sportive è purtroppo un riflesso manco troppo inaspettato del nostro vivere quotidiano. Se ne deduce che oltre ai profondi sentimenti razzisti noi italiane e italiani siamo contagiati da inattaccabile idiozia. Creduloni analfabeti, ci lasciamo convincere da una stronzata palese, e addirittura la riproponiamo, spacciandoci per esperti. Così, maestri del cromosoma avverso, ci siamo fatti giudici: spetta alla nazionale ignoranza stabilire se una donna sia maschio o femmina, come facciamo anche analizzando i modi di certi uomini, un po’ troppo femminili per sfuggire alla giusta pratica dell’insulto coatto.
Dopotutto, l’Italia s’è desta.
In copertina: foto di Yingnan Lu da Pixabay