Mercoledì di Tim Burton, potete guardarla a ogni età

Ho guardato Mercoledì di Tim Burton alcune settimane dopo l’uscita, quando un’abbuffata di commenti e recensioni aveva già saturato il web.

Ma ero riuscito a evitare spoiler e discussioni social, non i selfie delle fan che per l’occasione s’erano acconciate i capelli con lunghe trecce e frangetta. L’impressione che avevo ricavato dunque, prima di sedermi davanti al televisore, era stata di un centrato prodotto commerciale, di quelli che fanno tendenza e che generalmente detesto. Allora mi sono ripetuto la regola numero 1: non giudicare ignorando.

Mercoledì, la protagonista di questa bella serie tv, non ha certo bisogno di presentazioni. Conosciamo varie versioni della rampolla degli Addams, storica macabra famiglia nata dai fumetti di Charles Addams, e ritrovatasi poi sul piccolo e sul grande schermo per numerosi adattamenti.

Nell’opera di Tim Burton, disponibile su Netflix, Mercoledì finisce nel collegio che fu frequentato in gioventù dai genitori. È un luogo abitato da giovani “reietti”, adolescenti dotati di particolari talenti e poteri, disprezzati dalla comunità circostante. Nella città che ospita il collegio un mostro misterioso uccide reietti e “normali”. Mercoledì deve scoprirne l’identità, intenta nel frattempo a superare la rivalità con la madre, la diffidenza della direttrice, l’opposizione della sua antagonista nel gruppo degli studenti, l’oscuro passato della famiglia. Alla giovane Addams tocca pure scoprire l’amore e l’amicizia, giunti a sfidare la sua rigida altera freddezza. È una Mercoledì adolescente, cinica e matura, incantevole abbastanza da accendere infatuazioni, conosce forse il potere seducente dello sguardo che sfugge. Temperamento forte, indole determinata e dispotica, coinvolge Mano (un po’ amica, un po’ sentinella, un po’ maggiordomo) nella rischiosa missione. Lo spirito di una omologa antenata la porta in epoca di caccia alle streghe, in un limbo che somiglia vagamente al Sottosopra di Stranger things. Ci sono altri riferimenti, quello ormai immancabile alla Carrie di Stephen King, quello ben più marcato all’immenso Edgar Allan Poe e varie soluzioni che scoprirete guardando. I Metallica e i Rolling Stones entrano bene nella colonna sonora e si affiancano senza fatica a Vivaldi.

Oltre a Mano, Gomez e Morticia, ho avuto il piacere di incontrare Pugsley, Lurch e Zio Fester, solo un ritratto per il Cugino Itt. 

Jenna Ortega, che interpreta Mercoledì, riempie il personaggio. Catherine Zeta Jones interpreta rispettosamente Morticia. Luiz Guzman è un Gomez Addams originale, appagante. 

Non si può definire la serie tv in un solo genere, non mancano la suspense del thriller, gli effetti speciali degli horror moderni, la leggerezza della commedia. Otto puntate, quasi un’ora ciascuna, potete guardarle a qualunque età.