Napoli comincia dal mare,
un mare di luoghi comuni più o meno tangibili.
Mare di venti che tutto si portano appresso e tutto lasciano.
Napoli che cambia, Napoli che non sa cambiare.
Napoli, la più bella del mondo. Napoli provinciale.
Napoli eterna e Napoli da dimenticare
(quando parti, quando ti ha fatto male).
Napoli maledetta, non la puoi guarire.
Napoli, lacrime agli occhi solo a guardare.
Napoli non la accetti.
Ci hai lasciato il cuore e non ti ha voluto ricambiare.
Napoli ti ha insegnato a vivere
e non lo deve dimostrare.
Dopo Napoli puoi campare ovunque.
Napoli, la disoccupazione. Napoli, il riscatto sociale.
Napoli camorra, Napoli omertosa.
Napoli accogliente e solidale.
Napoli è arte.
E arte di arrangiare.
Fama e fango.
Cultura e sopravvivenza.
Passato e presente.
Napoli senza futuro.
Napoli dei ricchi.
I vicoli.
Invadente.
Ammuina.
’a gente ’e merd’.
Chi parla senza sapere?
Napoli la odii, non ci vuoi più tornare.
Ci torni.
Ma dove vuoi morire?
Snob e incivile.
Cemento e posti letto.
Il popolo a piedi.
I poveri.
O burdell’ miezz’ ’a via apposta per farti lamentare.
Apposta per farti piacere.
La Napoli che non c’è più.
Inganno e assuefazione.
Svegliati e respirala.
Siediti.
Napoli da mangiare.
Voltati.
Non ci pensare.
Alzati.
Aspetta a sognare.
Abbraccia forte.
Cosa è successo?
Non ti vuoi staccare.