The bad guy funziona, con buona pace del Ministro Salvini

The bad guy è tornato su Amazon Prime per il secondo ciclo della prima stagione. 

I nuovi episodi della serie tv hanno confermato l’inizio brillante. Il contesto è andato definendosi, e lo spazio si è riempito, l’insieme funziona.

Dopo l’uscita dei primi tre episodi, la serie tv era stata criticata aspramente dal Ministro Matteo Salvini, in una delle sue sortite social. Al ministro era andata di traverso la scena in cui crolla il ponte sullo stretto, costruito nella fiction da aziende in odore di mafia, e mai costruito nella realtà dove è sentire comune che quest’opera verrà realizzata, appunto, da aziende in odore di mafia. Non vi svelo cos’altro succede intorno al ponte negli episodi quattro, cinque e sei, ma vi invito a guardare la fiction, sarà tempo ben speso e non ne soffrirete. 

Un magistrato antimafia viene arrestato ingiustamente, le intercettazioni farebbero pensare che sia interno al sistema mafioso. Coinvolto in un incidente stradale durante uno spostamento di detenuti, riesce a fuggire. Ormai latitante, l’ex magistrato cerca vendetta contro il boss che lo ha fatto incastrare. Praticando la vendetta fuori dai margini dello Stato, si finisce per diventare criminali. Nino Scotellaro transita dunque dal ruolo di magistrato a quello di capo malavitoso.

Sebbene l’ambientazione sia quella delle cosche, strutturate in maniera calzante, The bad guy è roba da ridere (in senso buono). L’orrore è raccontato con ironia e leggerezza. A ogni morto ammazzato non si sussulta come succedeva nel guardare la serie tv Gomorra, accoglierete l’evento con compiaciuta soddisfazione. Non è solo crimine, chiarisco. Nella serie tv c’è non poco amore, ci sono le fatiche e le gioie della quotidianità, ben rappresentate. L’abbaglio provocato dai desideri, l’incertezza della vita stanno nella narrazione come nella realtà di chiunque osservi dentro e fuori da sé. Le vicende personali si allargano attorno ai personaggi ‘sinceramente’, con profonda umanità. Le interpretazioni sono vere, e per queste meritano i complimenti gli attori ma anche i registi e chiunque nello staff abbia lavorato per renderle credibili. I personaggi minori danno la misura della bontà di quest’opera. Attraversano la storia e le scene giustificando la propria presenza, arricchendo il contesto fino a garantirlo. Si va dunque oltre le prove efficaci di Claudia Pandolfi, Luigi Lo Cascio e Selene Caramazza. Da Vittorio Magazzù a Giuliana Maenza, toccando tutti gli altri, c’è molto da apprezzare.

Quel che proprio mi è sfuggito, è la data in cui Amazon Prime caricherà la seconda stagione. Se la scoprite, per favore, scrivetemi un messaggio. L’occasione fa l’uomo ladro (e talvolta boss).